Trattamento della iponatriemia cronica in pazienti con psicosi: vaptani


L'iponatriemia ( concentrazione plasmatica di sodio Na+inferiore a 136 mEq/l ) è una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, spesso cronica in pazienti con disturbi psicotici.

Gli antagonisti della vasopressina hanno recentemente dimostrato in studi a breve termine di correggere l'iponatriemia in diverse popolazioni di pazienti, comprese le persone con psicosi e iponatriemia idiopatica.
Tuttavia, la sicurezza e l'efficacia della somministrazione a lungo termine dei vaptani stanno cominciando ad essere indagate solo ora.

Lo studio SALTWATER ha valutato se un vaptano, in particolare Tolvaptan ( Samsca ), sia in grado di mantenere la sua sicurezza ed efficacia per un periodo prolungato nei pazienti con psicosi e iponatriemia cronica idiopatica.

Lo studio SALTWATER era uno studio multicentrico, di estensione in aperto dello Study of Ascending Levels of Tolvaptan in Hyponatremia.
Dei 111 pazienti arruolati, 8 avevano psicosi e iponatriemia idiopatica. Questi 8 soggetti hanno fornito in totale 7.406 giorni-paziente di esposizione a Tolvaptan orale.

Il valore medio di Na+ nel siero degli 8 pazienti psicotici è aumentato da 131.6 mEq/l al basale a più di 135 mEq/l per tutto il periodo di osservazione ( P minore di 0.05 rispetto al basale in più punti ).

Non ci sono stati eventi avversi correlati al farmaco tali da portare alla sospensione dello studio.

In conclusione, l’iponatriemia cronica è nota per avere effetti deleteri sulla qualità di vita di molti gruppi di pazienti.
Questi risultati preliminari suggeriscono che Tolvaptan orale rappresenta un trattamento rapido, efficace e sicuro della iponatriemia cronica in pazienti con disturbi psicotici e che l'effetto si mantiene in modo sicuro per lunghi periodi di tempo.
Questi risultati rappresentano un importante passo avanti nel trattamento di una significativa necessità insoddisfatta nelle popolazioni di pazienti psicotici. ( Xagena_2012 )

Josiassen RC et al, Clin Schizophr Relat Psychoses 2012; 6: 21-26

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