La dipendenza da Cannabis è associata a una più alta incidenza di alterazioni neurologiche minori
Le performance psicomotorie sono costantemente alterate nei consumatori cronici di Cannabis.
Le alterazioni neurologiche minori riflettono una disfunzione neurologica riguardante reti integrative, soprattutto quelle che coinvolgono il cervelletto, in cui i recettori dei cannabinoidi sono particolarmente concentrati.
È stato svolto uno studio con l’obiettivo di studiare, per la prima volta, alterazioni neurologiche minori in un gruppo di pazienti con dipendenza da Cannabis rispetto a soggetti di controllo sani, abbinati per età, sesso e livello di istruzione.
Sono stati inclusi nello studio tutti i pazienti che necessitavano di trattamento per consumo cronico di Cannabis nel reparto di abuso di sostanze stupefacenti del Sainte-Anne Hospital di Parigi nel periodo 2007-2009 che soddisfacevano i criteri di dipendenza da Cannabis secondo DSM-IV ( n=45 ).
I pazienti con disturbi psicotici, disturbo bipolare di tipo 1 e corrente dipendenza da alcol, oppiacei o Cocaina sono stati esclusi.
Tutti i pazienti e i controlli sono stati valutati utilizzando la scala DIGS ( Diagnostic Interview for Genetic Studies ), e l'esame neurologico standardizzato dei Neurological Soft Signs.
I punteggi delle alterazioni neurologiche minori sono risultati significativamente più alti nei pazienti con dipendenza da Cannabis rispetto ai soggetti sani ( 8.90 vs 6.71, rispettivamente, Mann-Whitney: U=775.0, P=0.05 ).
I pazienti avevano un punteggio particolarmente elevato di segni di alterazione della coordinazione motoria e di integrazione sensoriale.
La dipendenza da Cannabis è associata a più alterazioni neurologiche minori e soprattutto ad alterazioni di coordinazione motoria e di integrazione sensoriale.
Questi risultati suggeriscono che i cannabinoidi interagiscono con le reti neurali sottostanti alle alterazioni neurologiche minori, note per essere alterate nella schizofrenia. ( Xagena_2010 )
Dervaux A et al, Addict Biol 2010; Epub ahead of print
Link: MedicinaNews.it
Psyche2010 Neuro2010