Suicidio, depressione, farmaci antidepressivi
La depressione unipolare, una delle più importanti cause di disabilità a livello mondiale, è caratterizzata da umore depresso, disperazione, sensazione di impotenza, forte senso di colpa, tristezza, scarsa autostima, e da ideazione suicidaria.
Un’alta percentuale ( fino al 15%) di pazienti con depressione unipolare si suicida.
Sebbene le linee guida consiglino il trattamento della depressione moderata-grave con farmaci antidepressivi, il dibattito sulla propensione di alcuni farmaci antidepressivi, in particolare gli inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina ( SSRI ), a sviluppare ideazioni suicidarie o ad aggravarle, è ancora aperto.
Il British Medical Journal ha pubblicato tre studi clinici, allo scopo di valutare l’esistenza di un’associazione tra impiego di farmaci antidepressivi e rischio di suicidio.
Una revisione sistematica di studi clinici controllati e randomizzati è stata effettuata da un gruppo di Ricercatori dell’Ottawa Health Research Institute, nell’Ontario.
Dai 702 studi clinici che hanno incontrato i criteri di inclusione è emerso un significativo incremento del rischio di ideazione suicidaria ( odds ratio, OR = 2.28 ) tra i pazienti che facevano uso di farmaci SSRI, rispetto al placebo.
Un incremento dell’ideazione suicidiaria è stato osservato anche ponendo a confronto i farmaci SSRI con interventi terapeutici diversi dagli antidepressivi triciclici ( OR = 1.94 ).
Nell’analisi dei dati combinati ( pooled ) dei farmaci SSRI rispetto agli antidepressivi triciclici, non è stata riscontrata alcuna differenza nell’odds ratio di ideazione suicidaria ( OR = 0.88 ).
La revisione sistematica, che ha incluso 87.650 pazienti, ha documentato l’esistenza di un’associazione tra ideazione suicidaria ed l’impiego dei farmaci SSRI.
Ricercatori dell’University of Bristol e dell’University of London hanno compiuto una meta-analisi di studi clinici randomizzati che hanno confrontato farmaci SSRI con il placebo nei pazienti adulti.
Questi studi sono stati presentati dalle Società Farmaceutiche all’MHRA ( Medicines and Healthcare products Regulatory Agency ) nell’ambito della revisione sulla sicurezza dei farmaci antidepressivi.
Hanno preso parte allo studio oltre 40.000 individui in 477 studi clinici controllati.
Sono stati riportati 16 casi di suicidio, 172 episodi di autolesionismo non fatale e 177 episodi di ideazioni suicidarie.
Non è stata riscontrata alcuna evidenza di aumento del rischio di suicidio con i farmaci SSRI, ma importanti effetti protettivi o di rischio non sono stati esclusi ( odds ratio, OR = 0.85 ).
E’ stata riscontrata una debole evidenza di aumento del rischio di autolesionismo ( OR = 1.57 ).
Le stime del rischio per l’ideazione suicidaria sono risultate compatibili con un modesto effetto protettivo o avverso ( OR = 0.77 ).
La frequenza relativa dell’autolesionismo e dell’ideazione suicidarla riportata, confrontata con il suicidio indica che gli end-point non fatali sono stati sottostimati.
Secondo i Ricercatori l’aumento del rischio di suicidio e di autolesionismo causato dai farmaci SSRI può non essere escluso.
Uno studio ha analizzato il rischio di autolesionismo non-fatale e di suicidio nei pazienti che assumevano farmaci SSRI o che assumevano antidepressivi triciclici.
I dati sono stati ottenuti dal General Practice Research Database.
Sono stati analizzati 146.095 individui con prima prescrizione di antidepressivi per depressione.
Ci sono stati 1.968 casi di autolesionismo non fatale e 69 casi di suicidio.
L’odds ratio ( OR ) generale aggiustato per l’autolesionismo non fatale è stato 0.99 e quello per il suicidio 0.57 tra le persone con prescrizione di farmaci antidepressivi del tipo SSRI rispetto a quelli con prescrizione di antidepressivi triciclici.
Tra i pazienti di età uguale o inferiore ai 18 anni trattati con un SSRI, è emerso un più alto rischio di autolesionismo non-fatale.
Nessun suicidio è stato riportato in questi pazienti con prescrizione di antidepressivi triciclici o SSRI.
Dallo studio non è emersa alcuna evidenza di un aumento del rischio di suicidio o di autolesionismo non fatale tra i soggetti adulti sottoposti a trattamento con SSRI rispetto alle persone in trattamento con antidepressivi triciclici.
Gli studi clinici esaminati non indicano alcuna chiara relazione tra farmaci SSRI ed il suicidio.
I medici dovrebbero, tuttavia, tener presente che i farmaci SSRI, similarmente ai triciclici, possono indurre o peggiorare un’ideazione suicidaria e che il tentativo di suicidio è più probabile durante le fasi precoci di trattamento.
Durante le fasi precoci, i medici dovrebbero tenere sotto stretto monitoraggio il paziente e considerare un possibile ruolo di supporto per i membri della famiglia e per i caregiver.
I pazienti dovrebbero essere avvertiti di evitare una brusca interruzione del trattamento, per il possibile comparire di reazioni da sospensione.
Negli adolescenti il bilancio rischio-beneficio dell’impiego degli antidepressivi sembra essere negativo.
Mancano altresì dati sulle implicazioni della terapia con antidepressivi sullo sviluppo cerebrale.( Xagena_2005 )
Cipriani A et al, BMJ 2005; 330:373-374
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XagenaFarmaci_2005