Valproato nei disturbi psichiatrici
Il Valproato è disponibile come Acido Valproico ( Depakin ), Valproato di sodio, e Valproato semisodico. Ha azioni sulla dopamina, GABA e sulla neurotrasmissione del glutammato e del segnale intracellulare.
Il principale uso psichiatrico del Valproato è nel trattamento del disturbo bipolare.
E’ stato anche impiegato in altri disturbi psichiatrici, tra cui la schizofrenia e il disturbo di personalità borderline, ma i dati sono insufficienti a raccomandare questo impiego.
Nel trattamento della forma acuta della mania, la monoterapia con Valproato ha efficacia simile a quella degli antipsicotici e del Litio, mentre la combinazione del Valproato con un antipsicotico è più efficace rispetto al singolo farmaco.
Nella terapia di mantenimento del disturbo bipolare, la monoterapia con Valproato ha un’efficacia comparabile a quella dell’Olanzapina ( Zyprexa ) sebbene l’evidenza controllata con placebo sia limitata.
La terapia di mantenimento con Valproato e Quetiapina ( Seroquel ) o Olanzapina è più efficace del solo Valproato quando un episodio acuto risponde alla combinazione.
I più comuni eventi avversi del Valproato comprendono: guadagno di peso, sintomi gastrointestinali, sedazione, tremore, e lieve aumento degli enzimi epatici.
La grave tossicità epatica è rara negli adulti.
Molti effetti avversi sono dose correlati e si risolvono con riduzione della dose.
Il Valproato è teratogeno e associato in modo specifico al difetto del tubo neurale.
Esiste evidenza preliminare riguardo alla correlazione tra esposizione in utero e ridotta intelligenza verbale nella prole.
Questi effetti, oltre a un probabile aumento del rischio di sindrome dell’ovaio policistico, limitano l’uso del Valproato nelle donne che desiderano un figlio. ( Xagena_2009 )
Haddad PM et al, Expert Opin Drug Metab Toxicol 2009; 5: 539-551
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