Depressione bipolare: il trattamento con Ketamina riduce la sintomatologia


Uno studio ha mostrato che un farmaco vecchio di 50 anni, comunemente usato come anestetico per gli esseri umani e per gli animali, può offrire un rapido sollievo in alcuni dei casi più problematici di depressione bipolare.

E’noto da diversi anni che la Ketamina può alleviare i sintomi della depressione maggiore. Ma questo studio, condotto da Ricercatori del National Institute of Mental Health ( NIMN ), è il primo a dimostrare l'efficacia di questo farmaco nei pazienti con depressione bipolare resistente al trattamento.

Nel disturbo bipolare, i pazienti vanno incontro in modo ciclico a periodi di euforia e di grave depressione, e la fase depressiva comporta un alto rischio di suicidio. La terapia del disturbo bipolare si basa su stabilizzatori dell'umore, tra cui Litio, anticonvulsivanti e antipsicotici, spesso in combinazione.

Nello studio sono stati arruolati 18 pazienti, già in trattamento con Litio o Valproato da almeno 6 settimane, senza tuttavia manifestare miglioramenti.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere un'infusione endovenosa di Ketamina oppure una soluzione salina ( placebo ) a distanza di 2 settimane.

E’ stato osservato che i pazienti trattati con Ketamina presentavano un numero significativamente minore di sintomi depressivi, rispetto a quelli che avevano ricevuto placebo.
Il miglioramento era già visibile 40 minuti dopo l'infusione, e la durata dell’effetto si è prolungata fino a 3 giorni.

Non sono stati riscontrati gravi effetti collaterali, anche se circa il 10% dei pazienti che ha ricevuto Ketamina o placebo ha manifestato cefalea o nausea, o ha riferito di avvertire stordimento o stato di letargia dopo l’infusione.
Gli effetti avversi associati alla sola Ketamina hanno compreso: secchezza delle fauci, aumento della pressione sanguigna, accelerazione del battito cardiaco.
Dopo circa 80 minuti, non sono state più riscontrate differenze tra Ketamina e placebo riguardo agli effetti collaterali.

Lo studio presenta diverse limitazioni: piccole dimensioni, pazienti in fase avanzata di malattia, assunzione di Valproato o Litio. ( Xagena_2010 )

Fonte: Archives of General Psychiatry, 2010



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