Farmaci antipsicotici: classificazione sulla base delle possibili reazioni avverse
Recenti studi hanno dimostrato relativamente piccole differenze riguardo all’efficacia degli antipsicotici.
Leucht et colleghi ( Lancet, 2009 ) hanno concluso che i farmaci antipsicotici di seconda generazione non formano una classe omogenea, così come gli antipsicotici di prima generazione, per via delle differenze riguardo agli effetti indesiderati, all’efficacia e ai parametri farmacologici.
Tra gli antipsicotici le differenze in efficacia sono ampiamente superate dalla diversa propensione a causare reazioni avverse, come effetti metabolici ( guadagno di peso, iperlipidemia, iperglicemia, e diabete ), sintomi extrapiramidali, discinesia tardiva, sedazione, e iperprolattinemia.
Pertanto, può essere più utile per il clinico classificare gli antipsicotici riguardo alla loro probabilità di causare alcuni effetti indesiderati.
Gli effetti metabolici appaiono essere le reazioni più comunemente osservate con gli antipsicotici.
La sindrome metabolica è maggiormente prevalente tra i pazienti con schizofrenia che nella popolazione generale.
L’impiego sia degli antipsicotici di prima sia di seconda generazione è stato associato a guadagno di peso e a un aumentato rischio di diabete.
E’ stata proposta una classificazione alternativa per i farmaci antipsicotici in base al rischio metabolico.
Gli antipsicotici possono essere così suddivisi:
a) gli antipsicotici ad alto rischio metabolico comprendono: Clozapina ( Leponex ), Olanzapina ( Zyprexa ), Tioridazina ( Melleril ) o Mesoridazina, Sertindolo ( Serdolect ), Risperidone ( Risperdal ), Quetiapina ( Seroquel );
b) gli antispicotici a basso rischio metabolico comprendono: Molindone ( Moban ), Ziprasidone ( Geodon ), Flufenazina ( Moditen ), Aloperidolo ( Haldol ), Aripiprazolo ( Abilify ).
Altri tipi di effetti indesiderati possono essere presi in considerazione, come gli effetti neurologici. In questo caso tutti gli antipsicotici, ad eccezione probabilmente della Clozapina, possono causare sintomi extrapiramidali e discinesia tardiva.
Potrebbe anche essere considerato il rischio di prolungamento dell’intervallo QT corretto ( QTc ), ma è un effetto relativamente raro, ed il rischio di morte cardiaca improvvisa è stato dimostrato essere distribuito quasi uniformemente tra tutti gli antipsicotici. ( Xagena_2009 )
Fonte: Psychiatric Services, 2009
Link: MedicinaNews.it
XagenaFarmaci_2009